domenica 26 aprile 2020

Venticinque

1) Mio nonno mi raccontò
di un paese in provincia di Mantova
dove a mezzogiorno senti solo l'eco dei tuoi passi.

2) Mi raccontò, mio nonno,
che tanti compaesani erano semplicioni,
che li convincevi di qualsiasi cosa.

3) Mi raccontò di una compaesana
che credeva che l'acqua della bottiglia
potesse diventare verde.

4) Mi raccontò che lui, da bambino,
andava al mattino prestissimo
per vendere stracci e sopravvivere.

5) Era capace, mio nonno,
di levarsi il pan di bocca
se un nipote
gli diceva di aver fame.

6) Lui mi disse anche
- e con un certo orgoglio -
di essere stato uno dei pochi polentoni
ad andare al Sud per trovare da vivere.

7) E mi raccontò
del più grande amore della sua vita
che non lo aveva mai amato:
"E quante corna mi ha messo!... Ah, ma gliele ho restituite, eh!"

8) E mi raccontò
che dovette andare in guerra, lui.
Che dovette andare in guerra.
Che lui in guerra non ci voleva andare, lui.

9) E mi raccontò,
e lo fece con grande orgoglio,
che lui, in guerra,
non sparò nemmeno un colpo.

10) E mi raccontò,
e ci raccontò,
che un tenentino di quelli infoiati
li obbligò ad attaccare.

11) E una cannonata li centrò in pieno:
e si risvegliò, con il cadavere
del tenentino che lo schiacciava,
e la testa era da un'altra parte.

12) E dopo questa,
che gli capitò in Grecia,
gli dissero
che doveva andare in Russia.

13) In Russia,
lui,
che sapeva giusto giusto
parlare l'Italiano.

14) E ci furono persone
che decisero di farsi male,
perché lo sapevano
che da là non sarebbero tornati.

15) E lui fece
come quelle altre persone:
però, beh,
lui fu più furbo.

16) E allora mio nonno,
che era furbo,
si ritrovò con un ginocchio
terribilmente gonfio.

17) E ci raccontò
che lo riportarono in Italia:
ospedale militare di Pisa,
ché doveva guarire e andare in Russia.

18) E ci raccontò
che lui, in Russia,
non ci sarebbe andato
nemmeno da morto.

19) E allora fece
quello che era più ovvio:
prese armi e bagagli
e scappò.

20) E ci raccontò che a piedi se ne tornò
in quel paese
dove a mezzogiorno
senti il suono dei tuoi passi.

21) Per due mesi rimase,
ci raccontò,
in una buca, perché i fascisti
cercavano e rastrellavano.

22) E siccome non riusciva
a smettere di fumare,
alla notte le persone
vedevano il fuoco della sigaretta.

23) E ci raccontò che,
da allora,
in quel paese si parla
di fantasmi con gli occhi di brace.

24) E dopo, dopo l'armistizio,
potè uscire da quella buca,
e tornare dalla famiglia,
che lo aveva protetto.

25) E ce lo disse, lui,
che male aveva fatto la guerra:
ce lo fece capire,
che il fascismo è male.