lunedì 20 aprile 2015

Donna. Scienza.

Un caro amico, docente di scrittura creativa, sostiene che non si dovrebbe mai inizare un testo con una premessa, un antefatto o simili. Lo farò arrabbiare, se leggerà questo post, perché inizio proprio con un antefatto.

Sabato scorso (per la precisione, il 18 aprile 2015), il circolo "Letture ad Alta Voce" di Pisa ha organizzato una serie di letture dedicate alle donne, alla cultura e alla scienza. Con l'occasione, il circolo ha chiesto l'aiuto di alcuni improvvisatori della mia associazione, l'Arsenale Delle Apparizioni (ADA) di Pisa. Essendo disponibile, ho pensato che avrei potuto anche scrivere io qualcosa di mio.

Incredibilmente (?), quelle poche righe che ho scritto sono risultate piuttosto interessanti. Le riporto qui, con qualche immagine che per una volta non è la solita roba cretina, mia o altrui.

Mi chiamo Samantha.

Il mio cognome, suppongo, sia diventato piuttosto famoso. In questo momento sono sopra le vostre teste, a svolgere il mio lavoro. Sono un ingegnere meccanico, laureata inoltre in Scienze aeronautiche. Prima italiana selezionata come astronauta dall'ESA.
Quando posso allontanarmi dai miei incarichi, scatto volentieri qualche foto di quel che vedo dalla capsula in cui mi trovo: se posso, mi concentro sull'Italia e sulle sue regioni.
Non ho un nome Italiano. Qualcuno, un giornalista, sostiene che il mio nome - non legato a una santa - e la mia missione, che mi porta "lontanissimo" dal "mio uomo", siano un pessimo esempio per le donne. Non mi meraviglia, dato che è la stessa persona che consiglia di impedire alle donne di leggere, in modo che possano fare più figli. E ci rido sopra, esattamente come faccio con complottisti e altre credulonerie del genere...

AstroSam con il resto dello staff

Mi chiamo Ipazia.

Un nome piuttosto strano, più di Samantha, sicuramente. Forse vi suonerà meno strano quando saprete che ho vissuto ad Alessandria d'Egitto (quella della Biblioteca) intorno al 400 d.C..
Nacqui da un matematico e filosofo, Teone, il qualche capì subito che avevo inclinazione per la matematica. Tanto che mi fece controllare una parte dei suoi studi sul sistema Tolemaico. Se non sapete cos'è, beh, cercate, io non posso spiegarvelo.
Sono morta nel 415 d.C.. Uccisa. Sapete perché? Perché una donna non poteva occuparsi di scienza, umiliare gli uomini nella conoscenza. Tanto peggio, ero diventata capo di una scuola pitagorica ad Alessandria. E così alcuni monaci fecero "giustizia".

Mi chiamo Emmy.

Emmy Noether, per la precisione. A questo punto avrete pensato "Ma quello di avere nomi strani è un vizio delle scienziate?". No, tranquilli, ci sono anche nomi normali. Ci arriviamo.
Sono una scienziata come tante altre, con qualche piccolo dettaglio che mi ha sparata dritta nella storia. Per dirne una, entrai come Privatdozent (qualifica formale per l'insegnamento per meriti) all'Università Georg-August di Gottinga, su invito di David Hilbert. E non per la mia avvenenza.

L'altro dettaglio è che esiste un teorema a mio nome (beh, per forza; l'ho formulato io...), che è un punto di riferimento per la fisica teorica, e per il quale il topologo Pavel Alexandrov mi ha definita "il più grande matematico donna di tutti i tempi". Non so se mi spiego.
Emmy Noether

Mi chiamo Marie.

Oh, finalmente un nome normale, direte voi. Beh sì, lo ammetto, ma ci aggiungo il cognome- no, i cognomi: mi chiamo Marie Sklodowska Curie.
No, non sono alla macchina per cucire.
Sono polacca. Dovetti trasferirmi a Parigi per continuare a studiare, perché nella Polonia della mia giovinezza alle ragazze non era consentito accedere agli studi superiori. Dopo il liceo proseguii e insieme a mio marito Pierre studiai un argomento che avrebbe cambiato la vita a tante persone.
Sono la prima, e per ora unica, donna ad aver conseguito due premi Nobel: uno per la fisica nel 1903, uno per la chimica nel 1911. Ho scoperto due elementi chimici fino ad allora ignoti: il Radio e il Polonio. Il radio, probabilmente, è anche l'elemento che mi ha uccisa con gli anni, ma questo non conta. Quello che conta è che la radioterapia è nata grazie a me e a mio marito Pierre. E fui io a non voler depositare il brevetto sul processo di estrazione del radio dalla pechblenda (uraninite), permettendo alla radioterapia di svilupparsi come terapia medica a tutti gli effetti.

Mi chiamo Lise.

Lise Meitner, per la precisione. Sono morta relativamente da poco, nel 1968, ma credo che non sappiate molto di me, a meno di non essere fisici. Sono stata la prima donna ad avere una cattedra universitaria in Germania, e forse vi interesserà di più sapere che nel mio lavoro ho contribuito a scoprire i meccanismi che regolano la fissione nucleare. Quella che dà energia a intere nazioni, e diverse altre cose (e sì, quella stessa che alcuni uomini hanno trasformato in un'arma terrificante).
Eh, lo so, non dovrei fumare.
Il Nobel per la scoperta venne affidato al mio collega Otto. Beh, posso consolarmi: uno studio del 1997 ha stabilito che il Nobel spettava a me, ma sono una donna, quindi perché premiarmi? Se non altro, il Meitnerio è un elemento della tavola periodica e no, non si chiama Otterio...

Mi chiamo Rita.

Rita Levi-Montalcini. Medico. Ricercatore nel campo della neurologia. Ammetto di essere stata una personalità piuttosto controversa. Negli ultimi anni sono stata citata più per il mio ruolo di senatrice a vita che per quello di medico ricercatore, ma non ci faccio troppo caso.
Eh sì, sorridere mi piaceva.
La mia carriera accademica in Italia si interruppe perché ebrea, in un periodo in cui governava quel "galantuomo" di Benito Mussolini. Continuai a studiare da sola, dopo la laurea, in un laboratorio casalingo.
Ricevetti il premio Nobel nel 1986, uno di diversi altri premi guadagnati negli anni, in particolare per la scoperta fatta da me del fattore di crescita nervoso.
Ora come ora le mie scoperte non sono però importanti tanto quanto un messaggio di parità. Ho sempre detto, fino all'ultimo, che "L'umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi". Ora non è così.

Mi chiamo Yvette D'Entremont.

Non sono una personalità famosa, non sono un premio Nobel. Se vi piace la scienza e avete un account facebook, probabilmente presto o tardi mi conoscerete come Science Babe e magari passerete per il mio blog. Sono una normale ricercatrice, laureata in chimica, specializzata in chimica forense con indirizzo come criminologa biologa.
E sono stufa, arcistufa della pseudoscienza e del continuo comparire di teorie assurde su alimentazione, salute, terapie "alternative", medicine ufficiali accusate di orrendi crimini. E sono dotata delle conoscenze necessarie a smascherare parecchio di questo "rumore". E lo faccio. E non sono sola. E tra una battutaccia e uno sberleffo, mi inserisco in una comunità di esperti preparati e capaci, per combattere una marea montante di ignoranza, interesse e disonestà.
Yvette D'Entremont

Mi chiamo Eleonora.

Chimico farmaceutico. Dottore di ricerca in Neurobiologia e Clinica dei Disturbi Affettivi. Ricercatore universitario, appassionata di gioco di ruolo.
Tra le altre cose, in mezzo agli oltre 40 articoli scientifici pubblicati a mio nome, c'è il fatto di aver caratterizzato nuove molecole per il trattamento dei tumori e delle malattie neurodegenerative. Immagino che non siano cose che  meritino titoloni come il gridare che un frutto "cura il cancro 10'000 volte più della chemioterapia", ma il brutto della scienza è che quando è fatta bene dice solo la verità e non apprezza la pubblicità fasulla.
Ho un marito, che lavora nel teatro e che non mi ha mai chiesto di smettere di lavorare per occuparmi di lui, e non ha mai mancato di supportarmi. E abbiamo una figlia.

Mi chiamo Rosanna.

Mi chiamo Marina.

Mi chiamo Sara.

Mi chiamo Cinzia.

Lavoriamo nella ricerca, in un laboratorio definito "di eccellenza" a costante contatto con la realtà medica. Spesso affrontiamo sfide difficili e complesse, molte volte ci portiamo il lavoro a casa, di sera, nel fine settimana, diverse volte abbiamo fatto notte fonda in laboratorio o ci siamo divise tra la sala operatoria e il laboratorio.
Alcune di noi si sono sentite dire "Sei una celebrità nel nostro laboratorio qui a Chicago per quell'articolo che hai pubblicato!". Abbiamo vinto premi e citazioni.
E da un momento all'altro, il nostro laboratorio potrebbe chiudere, o potremmo dover andare via per mancanza di fondi, o semplicemente perché le leggi che regolano la ricerca in Italia sono, come dire... Piuttosto restrittive.

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Dal 1901, anno di istituzione del premio Nobel, solo 11 scienziate si sono viste attribuire il premio per le discipline della fisica, chimica, medicina. In totale, 12 i premi Nobel riconosciuti alle donne, su oltre 500 assegnati nel XX secolo. Marie Curie è l'unica donna ad aver vinto due premi Nobel, in due materie distinte (chimica e fisica). Quelli che seguono sono i loro nomi.
  • Marie Sklodowska-Curie (1903, fisica: 1911, chimica)
  • Irène Curie-Joliot (1935, chimica)
  • Gerty Radnitz-Cori (1947, medicina)
  • Maria Goeppert-Mayer (1963, fisica)
  • Dorothy Crowfoot-Hodgkin (1964, chimica)
  • Rosalyn Sussman-Yalow (1977, medicina)
  • Barbara McClintock (1983, medicina)
  • Rita Levi-Montalcini (1986, medicina)
  • Gertrude Elion (1988, medicina)
  • Christiane Nüsslein-Volhard (1995, medicina)
  • Linda Buck (2004, medicina)
Non so che conclusioni possiate trarre da queste poche righe.
Io so solo che se non fosse stato per queste donne, e per le altre che hanno fatto scienza, noi non saremmo quel che siamo. Non avremmo quel che abbiamo. E molto probabilmente, non saremmo affatto migliori di come siamo.
Poi non so. Pensateci su.

3 commenti:

  1. Mi chiamo Eleonora, Eleonora d'Arborea.
    Il mio nome è molto conosciuto in Sardegna, molto di meno "in continente".
    Sono piccola, minuta, ma tenace... come sanno essere le donne quando hanno in mente un ben preciso obiettivo.
    Il mio era quello di essere una brava figlia, moglie e madre, poi gli eventi mi hanno fatto diventare una statista e molto altro.
    Chissà cosa avrei potuto realizzare se i tempi fossero stati diversi... ah, vero, ho dimenticato di dirvelo: sono vissuta tra il 1350 e il 1400... :)

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