martedì 16 giugno 2015

LiricOdio

Tempo fa vi avevo descritto, in questo post qui, alcuni personaggi della lirica che ti fanno pensare WTH o anche WTF più o meno dal primo istante in cui aprono bocca fino a fine recita.

Ecco, mi è venuto in mente che mica ci sono solo i personaggi WTF.
Ci sono anche quelli che odi. Ma proprio a morte. Quelli che quando attaccano a parlare e ti fanno gli spiegoni del perché e del percome ti prende come un senso di
vaga irritazione
Ecco sì, insomma, quelli che ci pensi su e pensi
Quello.
Ecco, questi sono i personaggi di cui parlo. E ne vogliamo citare un po'? Ne vogliamo, ne vogliamo.

Il primo personaggio che appena compare ti vien voglia di prenderlo a sberle, e al diavolo se sei anziano e padre di famiglia, è il sempreverde

GIORGIO GERMONT

de La Traviata.
Dice: e perché ti sta sulle scatole? Ragioniamoci sopra.

Il buon (?) Giorgio, a un tratto, viene a sapere che suo figlio adorato Alfredo s'è preso una LEGNA terrificante per una tipa non troppo a posto con la reputazione, insomma, si dice in giro che sia parecchio generosa e lo sai come vanno a finire queste cose qui, una festa oggi, un ballo domani, e alè che sei sulla bocca di tutti. E non solo su quella.

Preoccupato per (la salute del figlio? Il futuro del figlio? La possibilità che questa lo spolpi vivo e lo rovini? Solo la terza, più la reputazione della famiglia, tiè, ciuccia Alfredo), si fa sotto e appare a Violetta Valery dandole immediatamente della zoccola. Che poi in effetti il dialogo è questo:

"Madamigella Valery?"
"Sì?"
"D'Alfredo il padre in me vedete!"
"Voi?"
"Sì, dell'incauto che a ruìna corre ammaliato da voi!"

Eccheqqazzo, ci presentiamo allegramente.
Scopre però, il padre-di-famiglia, che la dolce Violetta sta allegramente svendendo tutta casa e poi un po' di più per vivere una vita breve ma felice con Alfredo, senza pesare su di lui. E brava Violetta, guarda, carina proprio a non volerti fregare i suoiMIEI soldi, ma ecco, non mi basta mica.

E come in tutti i momenti, vien fuori lo spiegone: io ho una figlia bella e giovane, che deve sposarsi. Siccome però mio figlio s'è preso 'sta BOTTA per te, che tanto prima o poi ti molla, tu non lo sai ma lo dico io che gli uomini sono tutti dei gran bastardi signora mia, lo saprò bene o no, tu metti la famiglia in cattiva luce. Ecco, se tipo ti levassi dalle palle io potrei togliermi dalle speseFAR SPOSARE mia figlia e saremmo tutti felici (tranne te).
Violetta, essendo senza padre - e anche fondamentalmente senza cervello - viene colpita da quelle parole e dopo un bello strazio decide che dai, sì, me ne vado e torno a fare la mantenuta, almeno loro saranno felici. Ecco, già qui mi parte l'embolo.
Perché, perché, PERCHEEEEE'?
Per farla breve: Violetta se ne va, ad Alfredo vengono i cinqueminuti (TM), succede un casino, il barone Duphol (altro rompicoglioni) rimane ferito, tutti si separano, e Violetta che fa? Si ritrova povera in canna e malatissima. Al suo capezzale arrivano, appena in tempo, Germont padre prima e Alfredo poi, che sì fanno pace, vabbe' ti accolgo come figlia, oh dio cosa ho fatto, ti prego perdonami, e tutto viene perdonato, ma intanto Violetta tira un attimo le cuoia. Ammore ammore ma oh, se ti facevi cinque minuti di affari tuoi tutto 'sto casino mica succedeva, eh.

O no?

*****

Il secondo personaggino che lo picchieresti per il solo fatto di esistere invece è

LA MADRE DI MANRICO

(Il Trovatore, Giuseppe Verdi) e visto che ci siamo, anche la madre di lei. Perché?

Perché è IDIOTA.
ecco perché. Oh. E che cacchio.

Ora: la storia di Trovatore (Beppino, quante ne hai scritte di opere...) è incasinata più o meno come Evangelion, ma proviamo rapidamente a fare un accenno velocissimo. Comunque, la trama si può leggere tranquillamente qui. (Tranquillamente = prendetevi due caffè.)

Il gitano Manrico (il Trovatore) è figlio di Azucena, e - senza saperlo - fratello del Conte di Luna, il quale - anch'egli ignaro della parentela - lo odia abbastanza tanto, cordialmente ricambiato. Questo perché è anche lui innamorato di Leonora, che peraltro ama Manrico. E fin qui. Ora, 'sta Leonora anche lei è abbastanza CHEPPALLE come personaggio, visto che a un certo punto prova a farsi suora, ma mi direte, come è 'sta storia che sono fratelli e non lo sanno? Ragazzi, è complicata, leggetevi il libretto e la trama perché ci metto mezz'ora.

Fatto sta che la sordida storia dietro questa bella cosina in famiglia è questa: la madre di Azucena, zingara, venne accusata di aver fatto un maleficio alla famiglia del Conte. E al grido di "SONO STATI LI ZINGHIRI" e "RUSPA!!!", la mamma di Azucena viene arsa al rogo. Bruciata viva, praticamente.

Davanti alla figlia.

Tipi raffinati 'sti biscaglini/aragonesi, gente a modo e che non ha assolutamente brutte reazioni.

Ora, l'evento appena appena infelice finì con l'instillare un LIEVE desiderio di vendetta nella figlia, Azucena, madre di Manrico. E siccome, appunto, la tipa non è per niente vendicativa, ecco che Azucena rapisce il figlio del Conte e fa per bruciarlo, ma occhio: SI SBAGLIA. E brucia SUO FIGLIO. Insomma, vien fuori che Manrico NON è figlio suo ma del precedente Conte di Luna, quindi è fratello dell'attuale Conte... Ma Manrico non lo sa, e la madre colcacchio che glielo dice.

E uno che sente l'opera per la prima volta ha questa reazione qui:
... Sì è SBAGLIATA?!?
Occhio che non è finita. 'sta poveraccia (ammettiamolo, vedere la propria madre tirare le cuoia nel fuoco non dev'essere molto educativo) passa tutta la vita a ricordare a TUTTI quel che hanno fatto a sua madre, e in special modo a ricordare a Manrico che oh, la vendichiamo a nonna? E dai, su, fai il bravo figlio, a mamma, vendica la nonna, 'ndiamo che ho il sugo sul fuoco e poi si cena, mi raccomando lavati le mani che il sangue poi secca e quando lo levi più.

Tu non sei normale, donna. Ma PER NIENTE. Insomma, la fine è di quelle belle drammatiche, che magari anche tua madre, Azu, ma porca miseria, che cacchio ci faceva non invitata in casa dei nobbili, che poi lo sai che arriva Salveenee e chiede leggi speciali, santo cielo.

*****

Ma la palma, anzi la palma e pure il dorso, nel senso dei manrovesci, spetta INDISCUTIBILMENTE a

BENJAMIN

FRANKLIN

PINKERTON

da, e ci mancherebbe, Madama Butterfly del Giacomino Puccini che ci piace tanto.
E non vi azzardate a dire di no, sa. Non ci provate nemmeno. Questo non è un uomo, è l'ESSENZA della stronzaggine e della vigliaccheria.

Pura avendo un ruolo quasi marginale, in pochissimo tempo riesce a incasinare la vita di un fracco di persone. Ma incasinare ASSAI, eh. Seguitemi.

Prima di tutto: già a inizio opera ammette candidamente che s'è invaghito delle grazie della piccola Ciò Ciò San (che da ora in poi chiamerò Cho cho alla giapponese: lo so che nel libretto è diverso, ma nun gliela fo, mi si chiude la vena), se la vuole sposare per poterci fare carne di porco e poi però se ne torna in USA e cercarsi "una vera sposa americana". Tutte le femministe di questo mondo ti amano già alla follia, Pinkey.

Detto, fatto: si sposa, durante la cerimonia trova anche il modo di distruggere completamente i legami tra Cho cho e la di lei famiglia insultando pesantemente tutti: dopo di che fa di lei più o meno quel che vuole e poi ciao eh, io vado, ma poi torno, sì sì, tranquilla, aspetta là che arrivo, non chiamare, ti chiamo io.

Ora: detto tra noi Cho cho meriterebbe di venire elencata tra i personaggi della demenza lirica, visto che - nonostante le continue spiegazioni del povero ambasciatore Sharpless, unico realmente preoccupato per lei, nonostante le amorevoli cure della cara Suzuki, ultimo resto della sua servitù, e nonostante i magheggi dell'odioso Goro, sensale che prima l'ha incasinata con lo statunitense e poi vuole metterla con un principe (beh oh, un principe, direte, sì: ma mica per il bene di lei, quanto per i soldi che prenderebbe in caso di matrimonio!) - lei NO: aspetta Pinkey, e un bel dì vedremo levarsi un fil di fumo sull'estremo confin del mare e poi la nave appare.


Nel frattempo, Cho cho ci ha scodellato un bel marmocchio, visto che ci siamo e siamo pure poveri in canna. Complimenti e due, Pinkey, pure questa. Una botta e bam, incinta.

E appare, alla fine, la nave appare. Peccato che il caro amore Pinkey, che per essere ufficiale di Marina è coraggioso quanto un vigliacco in preda al panico, non solo non si fa vedere da Cho cho: MANDA DA LEI LA MOGLIE PER PRENDERSI IL FIGLIO. Come si può non amare un tipo simile? Che prima di sparire scappando ha pure il coraggio di dire "Addio fiorito asil di letizia e d'amor", concludendo con "ahimé son vile!". Minchia che non se n'era accorto nessuno, zio. No no.

Che dire? Che grazie al cielo di personaggi che mi fanno chiudere la vena non ce ne sono molti, almeno nelle poche opere che conosco io, ma volendo altri se ne potrebbero citare, da Ramfis di Aida alla solita Turandot, che però è già nella demenza, e Macbeth, certo, e altri ancora... Ma per ora rilassiamoci. La prossima volta invece facciamo il cielo tinto di azzurro e parliamo di quelli che mi piacciono assaissimo. Allons-y!

3 commenti:

Come è ovvio dato il mio spaventoso ego, i commenti sono sempre ben accetti. Per cui potete commentare i miei post con considerazioni sobrie ed equilibrate come "Sei grande!!!", "Ti voglio!", "Voglio un figlio da te!", "Presidente del Mondo!!!" e altri commenti sicuramente oggettivi, grazie.

Per tutto il resto c'è il mio IBAN, che provvederò a darvi in privato.