lunedì 5 ottobre 2020

6. Sviluppi

Momenti di buio. Angoscia, breve pausa

...

Dopo il buio, il dolore. Atroce, raggelante. E poi le voci.

Le urla di lui. Quelle di lei. L'altra voce che ride.

Poi ancora il dolore, e ancora le urla. E quella voce suadente: "Allora, piccioncini, me lo dite oppure volete che continui a divertirmi?"

"Mai... Non te lo diremo mai!"

"Che peccato peccatuccio... Allora continuiamo, no? Crucio!"

E ancora più dolore e più urla. Impotenti, inermi.

"Valori in aumento, si avvicina alla soglia critica."

"Maledizione! Ma perché vuole arrivare fin là?"

"Tienilo sotto controllo, non so quanto possa reggere."


Ancora dolore.

Sempre di più, e sempre più quella risata. Folle, oscena.

"Allora, ME LO DITE?"

"Mai... MAI!"

"Che siate maledetti! Crucio!"


L'ultima immagine davanti agli occhi di Frank Longbottom è sua moglie Alice che si contorce, poi il ghigno sulla bocca di Bellatrix Lestrange che si rivolge a lui. Poi

Dolore

troppo

dol

tor

rio

rop

non

A

iu

rtr


"Basta! BASTA! TIRATELO FUORI!!!"

"Espulsione forzata in 3... 2... 1... ORA!"


Tutto svanì bruscamente, da un lampo chiaro alla penombra della stanza.

Neville crollò dalla sedia dell'Animus, rivoltandosi sul pavimento in preda a convulsioni. Vomitò, si agitò ancora, poi si fermò, rigido.

"William!"

"Supporto medico!"

"Occhi vitrei, respiro irregolare. Battito cardiaco irregolare." Maledizione!

"Rianimatelo, MUOVERSI!"

 

La squadra sanitaria era stata allertata quando Neville aveva chiesto di poter vedere la storia dei suoi genitori attraverso il proprio DNA.

"Non sono disposto a credervi senza prove. E voglio vedere con i miei occhi, non attraverso quei quadri che chiamate monitor." aveva detto. E per un pelo non avevano ucciso un potenziale alleato, nonché eroe di guerra.

 

"Ce la farà?"
"Fisicamente sì, Steph. Ne sono certo", rispose William. "Ma è stato un azzardo che potremmo pagare caro. La collaborazione dei maghi ci è indispensabile per recuperare l'artefatto e stiamo giocando con una bomba innescata."

Lo sguardo preoccupato di Johanna si spostò dall'uno all'altro. L'ultima cosa che voleva era un litigio fra i suoi sottoposti più alti in grado. Eppure, non era il momento di intervenire.

"Lo ha fatto spontaneamente. Io non l'ho costretto."

"Ma neppure lo hai avvisato nel dettaglio, vero? Quel poveraccio non sapeva a cosa poteva andare incontro! Non lo abbiamo perso per un pelo!"

"Io non-"

"Tu NON HAI VALUTATO I RISCHI DELL'OPERAZIONE! Dovevi stare più attenta!"

"ORA BASTA!" Tuonò la Mentore.

Entrambi si voltarono verso di lei, che di norma non alzava la voce.

"Siamo tutti troppo scossi dall'evoluzione dell'incidente. Non perdiamo tempo con Longbottom. Useremo la Sindone."

"La Sindone? Ma..."

"Nessun 'Ma', Stephanie. Lo abbiamo coinvolto in questa faccenda, è giusto che venga curato con il meglio che abbiamo. Noi tre andremo nella camera con lui e daremo fondo alle nostre energie, se del caso, ma useremo la Sindone per rimetterlo in sesto. Preparatevi, sarà una lunga nottata."


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Due giorni dopo, tutti e quattro si erano ripresi abbastanza da concedersi una normale colazione.

"Per essere babbana, direi che è più che gradevole. Grazie."

"Signor Longbottom..."

"Neville sarà sufficiente."

"... Neville, come capo di questa Confraternita devo chiederti scusa per quanto è successo. Abbiamo rischiato molto e non volevamo che-"

"Mi risparmi le scuse, Miss Frye, non mi servono. Sono stato io a voler vedere tutto, sono io quello che ha chiesto una prova. E sono io quello che ha insistito fino alla fine. Forse non mi avete fatto capire bene tutto, ma sapevo che potevo uscire. E non sono uscito, non... Non volevo."

"Però..."

"Solo quattro anni fa ho rischiato la morte in molti modi, pensavo di poter affrontare questa cosa con maggior tranquillità. Ho sottovalutato la situazione, quindi siamo tutti e quattro responsabili allo stesso modo. Non tormentatevi. Mi dispiace solo che quella strega sia morta una sola volta."

Si voltò verso Stephanie, che teneva lo sguardo basso. "Grazie, Stephanie. Per avermi fatto vedere cosa è successo ai miei genitori, e il coraggio che hanno mostrato fino alla fine. E... Grazie a voi tutti per avermi ripreso. 

Ma come ci siete riusciti? Nell'Animus ho sentito la mia mente spezzarsi, mi sembrava di stare impazzendo a mia volta..."

"Diglielo, William."

Dopo una breve esitazione il Maestro annuì. "Fra le tecnologie antiche che abbiamo recuperato dai Templari, alcune hanno capacità curative. Una di queste, la Sindone, è stata usata per farti riprendere. In tutta onestà non sapevamo se avrebbe funzionato: normalmente i Precursori la usavano per ricostruire danni fisici, ma avevamo già constatato degli effetti sulla psiche. Il problema è...."

"Il problema è che utilizza l'energia degli esseri viventi, in qualche modo. Come altri artefatti, la Sindone assorbe forza dalle creature viventi e la usa per alimentarsi e funzionare. Come faccia ci è del tutto ignoto: rimane il fatto che ti ha aiutato a recuperare l'equilibrio mentale."

"Questo non cambia il rischio inaccettabile che hai corso: il tempo impiegato all'espulsione dall'Animus avrebbe potuto arrecarti danni molto peggiori. Neville, non so come farmi perdonare, né come farti capire che non era nostra intenzione sottoporti a un rischio così grave."

"Johanna - posso chiamarti così, spero? Ti credo, non temere. Sono convinto, ormai, vi credo e credo anche alle vostre buone intenzioni. Vi dirò dove potete trovare la Bacchetta, ma a una condizione."

Conoscevano tutti e tre quel tono di voce.

Speranza.

"D'accordo."

"Voglio la Sindone. In... In prestito."


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I medici maghi del St. Mungo non si convinsero altrettanto facilmente. 

"Tre babbani e un artefatto che non abbiamo potuto studiare da usare come cura! Inaudito!"

"Noi siamo qui solo come osservatori, non faremo alcunché." Rispose Johanna, mentre William e Stephanie, al suo fianco, osservavano. "La Sindone è sotto la nostra custodia, però, per cui la lasceremo al signor Longbottom e a lui soltanto. Questi sono i patti: in caso contrario non se ne fa nulla."

"E cosa dovrebbe fare, questa... Cosa?" ribatté il direttore.

"Nel caso peggiore, nulla. Nel caso migliore, molto probabilmente un po' del personale dovrà prendere qualche giorno di ferie, e nel caso migliore in assoluto, avrete due pazienti in meno."

Il direttore del rinomato ospedale trasalì e scoppiò a ridere. "I nostri migliori guaritori hanno fallito miseramente in tutti questi anni e voi vorreste curare Alice e Frank Longbottom con una COPERTA? Barba di Merlino, Neville, ti conosco da quando tua nonna ti portava qui da piccolo ma pensavo fossi cresciuto! Questo ridicolo trucco da babbani non sortirà alcun effetto!"

Neville rimase impassibile. Il direttore era divenuto paonazzo.

"Non ho intenzione di consentire a una simile ciarlataneria qui, nel mio ospedale! La nostra reputazione ne uscirebbe rovinata, mi hai sentito? Non lo permetterò!"

"Comprendo le sue parole, dottore. Ciononostante..."

Tutti si voltarono verso Stephanie. "Che cosa vorrebbe consigliarmi una babbana?"

"Nulla. Sottolineavo semplicemente che il crudele gesto di negare a due pazienti un regalo da parte del loro unico figlio non verrebbe visto di buon occhio dagli altri ospiti. Si potrebbero creare situazioni... Spiacevoli, ecco." E rieccolo, quel sorrisetto sornione. Tutto sommato, Johanna fu contenta di vederlo di nuovo.

"COSA?!"

William e Johanna si limitarono ad assentire, mentre Neville incalzò subito: "Nessuno sta parlando di curare nessuno, direttore. Ma i miei genitori sono già da tempo una macchia sulla reputazione di questo ospedale, tanto che li avete trasferiti in una stanza separata. Dare loro una coperta e far passare qualche guaritore in più non farà danni... E in caso di grande fortuna, potrete comunque ribadire l'eccezionale bravura del vostro personale. Da come la vediamo, è una vittoria comunque. Se invece doveste negarmi un semplice favore, la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts non sarà più tanto amichevole con voi."

Il direttore perse colorito con la stessa velocità con cui era arrossito in precedenza. "Beh..." balbettò dopo un po' "Tutto sommato... Ecco, cre- credo che al Decapitatore di Nagini un favore non si possa negare..."

"Molto bene, direttore. Faccia in modo che nessuno tocchi la coperta e dica ai guaritori di passare spesso. Li informi che si sentiranno stanchi dopo la somministrazione della loro cura. Molto stanchi. E si accerti di essere chiaro: la coperta non deve essere toccata da nessuno tranne noi.

Johanna e gli altri Assassini si congedarono con un gesto, lasciando a Neville il compito di portare la Sindone dai suoi genitori.


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All'uscita del San Mungo, tre individui incappucciati conversavano in parte con le parole, in parte con la sensibilità data dal senso dell'aquila allenato in tanti anni.

"Con questo abbigliamento, stiamo apertamente violando almeno una delle regole del Credo."

"Non avevamo tempo per cambiarci. E nemmeno ne abbiamo ora."

"Comunque, sembra che nessuno abbia capito che siamo babbani, salvo il direttore dell'ospedale. Aspettiamo Neville, poi torneremo a Hogwarts e da là a casa."

"E poi?"

"E poi vedremo il da farsi, William. Tu tieniti pronto per qualsiasi cosa."

"Stiamo lasciando uno dei più importanti artefatti a persone di cui non sappiamo se né quanto fidarci. E se non funzionasse?"

"E se funzionasse, invece? Il direttore dell'ospedale non è uno stupido, capirebbe immediatamente il potenziale della Sindone. E non so se o come riusciremo a convincerlo a ridarcela."

"Lo so, Stephanie" chiuse la discussione Johanna. "Lo sappiamo tutti. Se non funzionerà daremo un'altra delusione a quel ragazzo. SE funzionerà... Supereremo quel ponte se ci arriveremo."

Neville arrivò in quel momento.

"Ebbene?"

"Forse è solo una speranza. Forse sto solo ingannandomi. Eppure non posso negare che mi state aiutando in qualche modo e che siete sinceri."

"Speriamo bene. Non abbiamo mai provato la Sindone a quel livello."

"Lo immagino. Però... Quando l'ho posata sui miei, ha iniziato a luccicare. E ho cominciato subito a sentirmi stanco. Non so se funzionerà, ma qualunque cosa faccia, ha già iniziato. E ora tocca a me."

"Datemi il braccio. Andiamo a cercare il Possessore della Bacchetta di Sambuco. Ultimamente non lo vedo quasi più, ma Hermione mi ha detto che non sta passando un bellissimo periodo. Oddio... Non che durante la scuola gli sia andata bene, ma credo non stia vivendo al meglio il suo passaggio alle responsabilità di adulto. Voleva diventare un Auror, poi è successo altro... Ma se conoscete la nostra storia, ora sapete di chi parlo."

Johanna formulò il nome che tutti avevano in mente.

"Harry Potter."

2 commenti:

Come è ovvio dato il mio spaventoso ego, i commenti sono sempre ben accetti. Per cui potete commentare i miei post con considerazioni sobrie ed equilibrate come "Sei grande!!!", "Ti voglio!", "Voglio un figlio da te!", "Presidente del Mondo!!!" e altri commenti sicuramente oggettivi, grazie.

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