7. Harry.

Nei loro abiti civili, i maghi (eccezion fatta per Hermione, ovviamente) avevano tutti un aspetto un po' goffo. Stephanie, William e Johanna avevano anch'essi lasciato la tenuta da Assassini nel quartier generale, così da dare meno possibile nell'occhio.

"Perché così preoccupata, Hermione?"
"Mia moglie è sempre preoccupata, professoressa..."

"Non dire sciocchezze, Ronald. Qualcosa non mi quadra."

Johanna si fermò bruscamente. "Qualcosa che dovremmo sapere anche noi? Se non vi è chiaro, c'è in gioco molto."

"Non so dire. Harry e io ci sentiamo spesso, insieme a Ron, ma da un paio di giorni ho come una brutta sensazione. Anche Ginny è stranamente poco loquace."

"Credo che non ci sia molto altro da fare se non andare all'appuntamento e osservare una certa... Prudenza, direi. Mentore?" William appariva spesso imperturbabile, ma stavolta il tono della voce denotava incertezza. "Concordo, Wil. Prudenza."

L'appuntamento, invece che a Godric's Hollow, era stato stabilito a Grimmauld Place, la vecchia sede dell'Ordine della Fenice. "Harry vuole che un discorso così importante si tenga in un posto molto importante", disse Ginny quando il gruppo la raggiunse davanti alla casa, che come al solito era apparsa tra gli edifici.
"Ginny. Puoi dirci cosa c'è che non va?" Hermione si era allarmata alla vista di Ginny, e con lei Ron.
"Ma, nulla! Cosa dovrebbe esserci che non va?"

I tre Assassini si guardarono tra loro in maniera eloquente e si tennero lontani dalla discussione.

Entrarono.

-

"Signor Potter, è un piacere fare la sua conoscenza."
"Il piacere è mio, signora."
"Se permette, passo al dunque."
"Hermione?"
Johanna non si mostrò turbata dal brusco cambio di discorso di Harry.

"Harry...?"
"Quando mi hai parlato di queste persone non hai detto che erano babbani."
"... Perché? Non dovrebbe essere un problema per te."

"Oh, lo è. Lo è eccome. Soprattutto se dei babbani vogliono rubarmi il potere."
"... Cosa?"
"Una bella trappola, non c'è che dire. Ma io sono più furbo. Cosa vi hanno promesso per incastrarmi? Soldi? Potere? Il Ministero? Voi non avrete mai la bacchetta, non vi è destinata!"

Balzò in piedi impugnando la sua bacchetta, quella riparata dopo la morte di Voldemort.

"Non uscirete vivi da questa casa! Stupeficium!"

"Reducto!"
L'incantesimo di Ginny disintegrò una libreria vicina a Stephanie, che si era spostata appena in tempo.

Nella confusione, i tre Maestri agirono in base al loro addestramento, ma consci dell'ambiente sconosciuto e con protezioni magiche, sapevano di essere in svantaggio. Per di più Ginny e Harry lavoravano benissimo in cooperazione e diedero parecchio filo da torcere ai tre. Nel frattempo Ron e Hermione erano incapaci di capire cosa stesse succedendo: capivano, a malapena, che il loro migliore amico e sua moglie stavano cercando di abbattere i tre ospiti, furiosamente.

"ELLA USCIRA' DAL GRIGIO E TORNERA' A DOMINARE IL MONDO! E LA BACCHETTA DI SAMBUCO LE APPARTIENE!"

Quelle parole raggelarono i tre Assassini, che capirono di non avere più tempo.

Johanna e William si lanciarono in direzioni opposte puntando verso i muri, protetti solo dalle difese antimagia, mentre Stephanie andava in una terza direzione ancora, puntando dritta contro Ginny per fare da esca e schivarla all'ultimo istante. Veloce come un'aquila. Troppo, per Ginny, che perse ogni ritegno.

"Crucio!"

all'udire l'urlo di sua sorella Ron si scosse e d'istinto le lanciò contro uno Schiantesimo, mancandola - come sempre. Ciò che però servì a Stephanie, che approfittò dell'istante di distrazione di Ginny per tirarle un calcio in piena pancia, spostarsi dietro di lei e farle perdere conoscenza. Il tutto mentre Harry era stato aggirato da William da un lato e Johanna dall'altro. 

Vista la moglie abbattuta, Harry diede fondo alla propria rabbia.

"BOMBARDA MAXIMA!!!"

Mentre Johanna lo atterrava con un calcio volante, una parte del soffitto crollò travolgendo William e ferendo Johanna.

"WIL!"

Stephanie fu la più veloce a raggiungerlo per controllare la situazione.

-

"Harry era... Sotto 'imperio'. Lo abbiamo capito dopo. Troppo tardi."

"Capisco. Non è la prima volta che ci troviamo a parlare con qualcuno condizionato in qualche modo. Forse è per questo che... Che i danni sono stati contenuti."

"Contenuti... Abbiamo perso la bacchetta di Sambuco. Abbiamo perso William. Johanna, davvero i danni sono contenuti?"
Johanna, pallida in volto, non si voltò verso Stephanie. "Siamo qui per il Credo. Siamo qui per la libertà e la pace. Il nostro sacrificio è irrilevante. E tu dovresti sapere bene chi ho perso. Se ti dico che le perdite sono state contenute, non parlo per quanto mi riguarda."

"Io... Ti chiedo perdono, Mentore."

Johanna permise a una singola lacrima di rigarle il viso, poi raddrizzò le spalle, si allontanò dalla salma del suo Maestro Assassino più vicino e si avvicinò ai quattro maghi, due dei quali ancora addormentati. 

"La bacchetta di Sambuco è nelle mani di nemici anche peggiori dei Templari, a quanto pare. Sono i seguaci dell'ultima discendente dei Precursori, colei che si fa chiamare Giunone. Se dovesse riuscire a incarnarsi, l'umanità non conoscerà la schiavitù dei Templari.

Conoscerà la fine."

Guardando Ron e Hermione ancora spaesati, concluse: "dobbiamo interrogare i Potter e capire chi ha preso la bacchetta. ORA."

Hermione non ebbe dubbi. "Veritaserum."

"Lo sai realizzare?"
"Sì Ronald, lo imparai per gioco all'ultimo anno di Pozioni, dato che non c'eravate perché stavate già lavorando al Ministero."

"Per gioco." Anche in situazioni come questa, Ron continuava a rimanere stupefatto dalle immense doti della moglie.

Johanna si avvicinò nuovamente alla salma di William. Una carezza leggera al viso, poi: "E sia. Venite con noi, i sonniferi faranno effetto ancora tre ore. Al quartier generale. Non abbiamo molto tempo."