lunedì 19 aprile 2021

9. Tirare le fila.

"Ufficio Misteri".
La voce che annunciava la fermata dell'ascensore era la stessa di sempre, con quella nota interrogativa.
"Teoricamente io non dovrei venire in questa zona, ma non ci sono grosse restrizioni. E poi... Beh, stasera c'è davvero poca gente." Hermione, nonostante gli anni passati dopo la Battaglia di Hogwarts, era sempre molto ansiosa in questi casi.
Samantha e Johanna, inguainate in due tute nere e con le lame celate pronte, avevano entrambe tirato il cappuccio sopra la testa. "Coraggio, dobbiamo muoverci".


I cinque avevano seguito le tre figure che con sicurezza si erano mosse fino al Ministero. Ron, Hermione e Harry conoscevano abbastanza bene la zona da sapere dove potersi nascondere, mentre le due Assassine erano figure indistinguibili nella penombra delle stanze poco illuminate del Ministero.
"Voi tre siete stati già esposti a grossi rischi in passato, ma ricordate: questa è la nostra missione. Non vogliamo che attraversiate pericoli non necessari, per cui intervenite SOLO se è assolutamente indispensabile."
"E se abbiamo l'occasione di fermarli?"
"La useremo. Ma ricordate: l'obiettivo è la bacchetta di Sambuco, non un combattimento, men che meno qui nel Ministero. La relazione tra maghi e babbani potrebbe cambiare di colpo dopo stanotte, e sarà bene che non vi siano scontri inutili."
"D'accordo. Staremo attenti."
Samantha si avvicinò a una delle porte, incuriosita.
"Io non entrerei, se fossi in lei, signora" disse Ron "Là dentro c'è da perdere letteralmente la testa."

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L'Ufficio Misteri era stato leggermente modificato da quando Harry aveva perso Sirius, con alcune stanze aggiunte e modificate. In particolare, cercando di seguire l'evoluzione babbana, era stato impiantato un centro di calcolo piuttosto valido in un ampio salone in un'ala laterale, dove tempo addietro era stato posto un certo arco. Là si riunirono De Ville, Travers e un'altra figura.
"Finalmente è l'ora." De Ville era ispirato. "Stasera tutto cambierà. La nostra signora, la nostra progenitrice, uscirà dal Grigio ed entrerà nel corpo del prediletto della stirpe! Ella ci guiderà verso il radioso futuro che ci aspetta!"
Travers, ossequioso, assentì: "Suggerisco di iniziare a preparare i sistemi per dare alla nostra padrona tutto ciò di cui abbisogna. La Bacchetta farà il resto e le permetterà di prendere possesso del nostro volontario."
"Sì...Sì, cominciamo subito."
De Ville e Travers accesero il mainframe, che il pomeriggio precedente era stato spento per l'aggiornamento dei componenti. 
"Sam" bisbigliò Johanna.
"Sono qui."
"Sai chi tenere d'occhio. Al primo segno, scatta."
"Pronta."

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Travers aveva iniziato a connettere il mainframe con il sito web dell'Abstergo Industries da cui avrebbe prelevato Giunone in forma digitale, per spostarne i dati. La figura incappucciata si avvicinò alla console e tolse il soprabito. Nel frattempo De Ville blaterava sciocchezze sul destino dei maghi e sul suo ruolo di eletto nella liberazione di Giunone e nella giusta vittoria della stirpe magica su tutti gli altri esseri, su un futuro radioso di dominio e lusso e soprattutto, sulla sua supremazia su tutto il mondo magico.

"Porc..." un sussurrò scappò dalla bocca di Samantha.
Nella penombra aveva riconosciuto il figlio di De Ville.
Poi tutto precipitò.

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"DE VILLE! BASTARDO!!!"
Harry aveva perso il controllo. Come al suo solito.
Mentre Hermione e Ron si guardavano per stabilire il da farsi, Harry aveva fatto qualche passo avanti e aveva deciso di cogliere quella che pensava essere l'occasione giusta.
"SAM!!!" sussurrò Johanna. Entrambe scattarono nel buio in versi opposti, le calzature che frusciavano a malapena sul pavimento della stanza.

"POTTER!!!" i sei maghi iniziarono subito ad affrontarsi, fra Schiantesimi, Maledizioni e incantesimi di difesa. Un colpo lanciato da Ron mancò di netto Travers, che lo schernì "Solita mira da quattro soldi, eh Weasley?" prima di rendersi conto che Ron non aveva affatto sbagliato mira.
Il mainframe esplose in mille pezzi, i circuiti fumiganti che volavano nell'aria. De Ville urlò di sgomento e prese di mira Ron. "AVADA KED-"
Non finì la frase. Samantha gli volò addosso spezzandogli il polso e prendendo la bacchetta di Sambuco, mentre dall'altra parte Johanna metteva a tappeto Travers. Il ragazzo rimase impietrito per un istante: quel che bastava a Hermione. "Stupeficium!".

Samantha e Johanna si riunirono ai tre maghi.
"Sarà meglio che questa finisca in mani più accorte, da ora in poi. E quanto a te, Potter..."
Harry, che non aveva avuto il tempo di fare quasi niente, era sgomento. "Hai provato nuovamente a fare di testa tua. Impulsivo, incontrollato, incontrollabile."
"Lo avevi capito...?"
"Potter, io sono un Mentore della Confraternita. Le persone sono facili da leggere, se hai i mezzi giusti. E tu non mi hai convinta nemmeno per un secondo. Avevi intenzione di vendicare il tuo orgoglio ferito, e un bel duello tra maghi è l'esatto equivalente di una scazzottata fra ubriachi al bar. Salvo che lo sapevo. E ti ho sfruttato come diversivo. Ora la Bacchetta potrà essere messa al sicuro."
"Ah, ma io non credo proprio. Nessuno di voi è al sicuro... NESSUNO."
De Ville, appoggiato alle scrivanie dei computer, estrasse la sua bacchetta personale. Hermione e Ron tentarono di attaccare ma Travers e il ragazzo attaccarono per primi, costringendoli a una difesa rabberciata.
"E' troppo tardi ormai. Se non potrò avere quella bacchetta, nessuno l'avrà. E voi pagherete per primi... Poi toccherà a tutti." Sollevò la bacchetta. L'agitò.
"DEMENTORIUM KAOSTIDE!!!"
Pochi secondi dopo iniziò a fare molto freddo.

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"Ma che diavolo hai fatto, De Ville?!?"
"Li ho chiamati. TUTTI. Tutti i Dissennatori di questo mondo: e sono DECINE. Non li fermerete mai! Sanno che qui ci sono vite da succhiare, e lo faranno, fino all'ultimo!"
Hermione tentò per l'ultima volta di farlo ragionare. "Ma così prenderanno anche te e tuo figlio!"
"NON M'IMPORTA! Giunone mi aveva promesso la supremazia sul mondo dei maghi e su quello babbano, e se non posso averla NESSUNO avrà più NULLA!!!" 
"Idiota. Giunone lo avrebbe fatto fuori comunque..." Sussurrò Samantha.
I Dissennatori stavano avvicinandosi, a decine. Harry, Ron e Hermione lanciarono l'Expecto Patronum.
"State dietro di noi! Non potete vederli, ma sono tutt'intorno e stanno resistendo!"
"Dissennatori, vero?"
"Sì! E sono troppi anche per noi!"
Lo stress, lo spavento e il minor allenamento avevano indebolito seriamente i Patroni dei tre maghi, che iniziavano lentamente a cedere. Dal canto suo, De Ville urlava frasi ormai sconnesse, mentre i suoi complici guardavano atterriti.
"Papà! Dobbiamo scappare!"
"Tuo figlio ha ragione!" gli fece eco Travers. "Approfittiamo dei Patroni di quei tre sciocchi, ci riproveremo!"
"NO! Così ho deciso! Io sono il vostro Signore! Io dovevo avere il potere! Io il dominio! Loro me l'hanno tolto, sottratto, rubato! E questa è la punizione che meritano!"
"Ma così i Dissennatori Baceranno anche noi! Ce ne dobbiamo andare!!!"
"MAI! Non importa più niente ormai! Voglio vederli impazzire al mio cospetto!"
Johanna, nel frattempo, prese la Bacchetta di Sambuco.
"Sam."
"Dimmi, Mentore."
"Proviamo a fare una cosa. Sono praticamente certa che perderò conoscenza dopo questo, per cui ti affido il mio corpo. Se non ci riusciamo, sai cosa fare."
"Ma - "
"Niente 'ma', Sam. Se funziona siamo tutti salvi, ma dovrai riportarmi fuori. Se muoio, sai dove seppellirmi."
"... D'accordo."
Johanna tracciò con la bacchetta un triangolo all'altezza della fronte, un cerchio all'altezza del cuore e una riga puntando verso terra. E gridò con tutta la voce che aveva.
"TERRA MATRIS IRAE!"
La bacchetta emise una forte luce dorata. Pochi secondi dopo, Johanna svenne, mentre i Patroni dei maghi svanivano.

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I Dissennatori si lanciarono frementi contro i cinque, resi folli dalla fame e dall'incantesimo, proprio mentre la terra tremava e si squarciava,  e decine di radici si ergevano, velocissime, colpendoli uno a uno.
Hermione, Harry e Ron osservarono terrorizzati la scena, mentre Samantha si chiudeva su Johanna per cercare di proteggerla.
Ogni radice prese un Dissennatore, centrandolo chi al petto, chi alla fronte, chi in altri punti: ogni Dissennatore colpito cacciò un orribile grido di agonia e iniziò a deperire velocemente, fino a lasciare di sé solo il lercio mantello che indossava.
Poche decine di secondi dopo, di oltre duecento Dissennatori rimase solo il fetore.

"Ma... Cosa..." Hermione, sgomenta, riuscì solo a balbettare.
"Le domande a dopo. Ora abbiamo da fare." Samantha le affidò Johanna e scattò contro i tre maghi oscuri, rimasti anch'essi impietriti. Non ci fu resistenza: Samantha li mise a terra con pochi, feroci movimenti, poi prese De Ville e lo schiantò contro il muro, tenendogli il collo bloccato fra le due lame celate snudate.
"Ora stammi bene a sentire, porco bastardo."
"Non osare chiamarmi così, lurida babHHHUFFFFFFF"
"Questo calcio è solo un assaggio. La Bacchetta viene con noi, e né tu, né i tuoi leccapiedi farete mai più un tentativo di liberare quella pazza scriteriata. MI SONO SPIEGATA?" L'ultima frase fu accompagnata da una ginocchiata.
Silenzio. De Ville sudava copiosamente, le lame a un centimetro dal collo.
"Lo prenderemo per un sì. E ricorda: noi siamo dappertutto. Se farai qualcosa, lo sapremo. Se proverai a fare il furbo, lo sapremo. E se proverai di nuovo a usare tuo figlio per le tue sporche manovre..." Samantha osservò il ragazzo, che iniziò a piangere. "... Lo saprò io. E verrò da te, bastardo."

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Nell'ufficio del Preside, le domande erano molte.
"Dissennatori... Uccisi? Sapevamo che era impossibile. E come ha fatto una babbana a evocare una magia così potente?"
"Lunga da spiegare" disse Johanna, che aveva dormito tre giorni "ma come vedete, ha richiesto molte forze. Voi sapete che i Dissennatori sono creature disgustose, che i babbani non possono vedere. Perché non possiamo vederli e voi sì?, ve lo sarete chiesto prima o poi."
"Ecco... Veramente... No, devo dire di no." la McGonagall era piuttosto piccata.
"Noi abbiamo studiato a fondo la vostra storia, al di là di libri e pergamene. L'abbiamo studiata dai vostri antenati, dal loro DNA. E abbiamo scoperto cosa sono. O meglio... Cosa ERANO. Ora non ce ne sono più. Ovunque fossero a fare danno, l'incantesimo li ha consumati e riportati alla terra."
"Ma allora... Cosa sono? Cioè, cos'erano?"
"Voi pensate che Voldemort sia l'unico ad avere scherzato con il fuoco, usando gli Horcrux? Prima che proviate, sappiate che la risposta è no. E tutte le trasformazioni subite non sono avvenute per sua volontà."
"In che senso?"
"Nel senso che un mago oscuro che eccede nel suo sforzo di diventare immortale può varcare una linea sottile che separa la sua appartenenza a questo mondo da... Qualcos'altro. Un altrove, o un altroquando, se vogliamo, nel quale non può esistere completamente. E così il suo corpo e la sua mente si deteriorano e mutano, trasformando il mago in una creatura che non è viva né morta. Un'entità che non ha memoria del sé passato, salvo vaghi ricordi della sensazione di essere vivo."
"Un fantasma?"
"No. Voi avete dei fantasmi a Hogwarts, che hanno deciso di essere gentili e civili. Un Dissennatore non può esserlo, perché la follia, il rancore e la brama di vita lo portano ad aggredire chiunque e qualsiasi cosa sia viva. E più è forte l'essenza vitale di qualcuno, maggiormente la desiderano... Ecco perché il Patronum funziona con loro. Ma c'è qualcosa di più forte di un ricordo intenso."
"... Cosa?"
"La determinazione. Puoi chiamarla rabbia, se vuoi, Hermione, ma la concentrazione che deriva da certi momenti è esattamente l'ingrediente che ho usato per lanciare l'incantesimo. Ma serviva tantissima energia per colpirli tutti... E la bacchetta originale. Quella che non ha bisogno di un mago per essere usata. Per questo sono svenuta. Mi è andata bene."
"E quindi più niente Dissennatori?" disse Neville.
"Per ora no. Potrebbero nascerne altri in futuro, ma credo che riuscirete a riformulare l'incantesimo. Ora, se non vi dispiace, credo sia il caso di separarci. Dobbiamo portare la Bacchetta in un posto dove i Templari e la Prima Volontà non possano raggiungerla."
"E voi cosa ne farete?"
"Niente. La terremo sigillata, la proteggeremo e impediremo a chiunque di usarla... A meno che non si presenti qualcuno con le doti giuste. E la testa giusta. Nel frattempo, sarà al sicuro."

"Allora è finita?"
"Professoressa McGonagall... Lei meglio di me dovrebbe sapere che non finisce. Mai. È solo una pausa in una guerra lunghissima. Ma penso che possa andare in pensione serenamente."
"Pensione?" Fece sorpresa l'anziana professoressa. "Ah già, devo aver detto qualcosa del genere. Ma evidentemente ero sovrappensiero e mi sarà scappata una sciocchezza. Succede anche a me, Johanna... No, penso... Penso di restare ancora un pochino qui a Hogwarts."

In quel momento, uno dei vecchi Presidi richiamò l'attenzione di Neville. Dopo un paio di bisbigli, questi trasalì, si girò verso gli altri e disse:
"I miei genitori hanno parlato... Nel sonno. Credo dobbiate venire immediatamente con me al S. Mungo. Una certa coperta vi deve essere restituita."

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Due giorni dopo, nel rifugio sotto la Torre di Londra, la Bacchetta venne riposta in una bacheca sigillata e posta nel suo riparo.
"Se ci attaccassero in forze non resisterebbe molto."
"No, Sam, ma potremo comunque resistere abbastanza da affidarla ad altri confratelli. Così come per tutti gli altri artefatti. Noi qui abbiamo finito."
"Abbiamo finito?"
"Qui sì. Ma è già ora di muoverci. Lasciami solo cinque minuti per andare alla tomba di William."
"Se... Se non ti dispiace, vengo anche io. Naturalmente resterò in disparte, io..."
"Vieni pure."

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Babbani.
Babbani dappertutto.
Babbani anche a Hogwarts. Una PROFESSORESSA BABBANA... Inaudito. 
Babbani in questo postaccio così lontano dalla cara vecchia Inghilterra.
Ma perché il Ministero mi ha mandata qui? I maghi italiani devono essere una gran seccatura, sono pronta a scommetterci. Come minimo cercheranno subito di sedurmi.
Figurarsi... Io sono troppo superiore a loro, in tutto.
Eh, quando comandava il Signore Oscuro era tutto in ordine. Se non ci si fosse messo di mezzo quel moccioso di un Potter, con i suoi amichetti... Ora sicuramente avremmo ordine e pulizia, anche in questo chiassoso paese.
Ma bisogna fare di necessità virtù, andare avanti! La scusa della maledizione Imperius mi ha salvata, e i miei vecchi amici al Ministero hanno fatto il resto. Certo, ho dovuto riprendere da capo, ma tornerò alle mie mansioni, e poi... E poi chissà, se manovrerò bene diventerò io il Ministro della Magia Inglese.
Vedo già la targhetta.
"Umbridge, Dolores Jane, Ministro della Magia". Magari per molti, molti anni... Che futuro meraviglioso sarà! Oh sì sì, andrà tutto benis
"Salve, Dolores."
"Chi è lei? Non la conosco. Cosa vuole?"
"Io? Solo un amico con un messaggio. Un messaggio privato solo per te."
Cos'ha questo tizio? E poi com'è vestito? Un cappuccio?
"La avverto, signore, lei non sa con chi sta parlando!"
"Oh ma invece io lo so benissimo, Dolores. Sai cosa significa 'dolores' in Spagnolo?"
"Se crede di minacciarmi stia bene attento, perché"
"No no, Dolores, nessuna minaccia. Solo una traduzione. Dolores in Spagnolo vuol dire 'dolori'. Ed è esattamente ciò che proverai tra poco." Un sorrisetto. Sardonico. Glaciale.
"Ora basta! Se non vuole soffrire è meglio che se ne vada!" Dolores Jane Umbridge sfoderò la bacchetta.
"Ah sì... La bacchetta. L'ultima volta che ne ho vista una, apparteneva a un tizio biondo, untuoso e presuntuoso. Sai cosa succede ai bambini cattivi, Dolores?"
Dolores Jane Umbridge abbassò la bacchetta, strabuzzando gli occhi.
"I bambini cattivi devono essere puniti." il ragazzo si fece avanti.
Dolores Jane Umbridge gridò. 
Fu solo l'inizio.

FINE
(Era ora, eh)

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