domenica 26 febbraio 2023

Aspetta, Aosta come Augusto?

Che a un certo punto, quando ancora le cose sembravano andare decentemente E POI INVECE NO, PORCA MISERIA, (in pratica a ottobre 2020) l'amata consorte e io decidiamo di andare a fare qualche giorno in Val d'Aosta.

Sì sì, in Val d'Aosta.

Così, de botto. Senza un perché.

Partenza al mattino presto, auto STRACARICA perché se non ci portiamo dietro mezza casa figurati, che vuoi che sia, cimice tra la portiera e il sedile OMMIODDIO TOGLILA CHE SCHIFO TOGLILA

vabbé.

Fermata all'autogrill, il tempo di prendere un caffè e leviamoci di torno perché c'è uno stormo di decerebrati senza mascherina e altra cimice sulla macchina MA CHE CE LE STIAMO PORTANDO DIETRO TOGLILA TI PREGO TOGLILA

vabbè due.

Il viaggio in autostrada scorre piacevole, nonostante si sia in un momento di intervallo tra una chiusura totale e l'altra, (eh sì, a breve arriva Delta, più infezione per tutti!) c'è un po' di traffico ma ce la caviamo tra un'aria d'opera e gli Alter Bridge. Ché siamo eclettici, noi, nella musica.

Passano un quattro orette e mezzo

ma solo perché non abbiamo voglia di correre, ché siamo in vacanza, e arriviamo a Pont St-Martin: che si chiama così perché c'è un ponte (ma va?) romano (ma no?), ma la nostra destinazione non è quella. E' QUESTA:

San Google mi avvisa che c'è qualche curvetta

poco più di, quanto, cinque km? Ma sembra di farsi una mezza maratona perché tra curve, salita e gente che guida da pluriomicida seriale dobbiamo fare parecchia attenzione. Alla fine arriviamo tranquilli in un posticino che BEH


E dovete vedere quelle che mi son perso per via che rabbuiava
 
E che je dici alla Val d'Aosta? Gajarda, je dici, in onore del passato dominio romano.
 
No, scherzi a parte, la prima sera l'abbiamo passata completamente da soli in questa splendida casetta, il cui proprietario simpaticissimo aveva detto anche "Oh, fino a sabato non avete altri ospiti quindi fate pure liberamente!", e noi fate pure liberamente? Fate, fate. 
(Cosa avete capito, brutti maiali?)
 
Prima cena: un posticino superfigo chiamato "Osteria Mansio" proprio là vicino (20 minuti di auto per 5 km sarebbe "vicino") dove abbiamo mangiato rigorosamente alla valdostana, cioè tanto, caldo e saporitissimo, e chi se lo scorda
 



L'indomani mattina, dopo un Jojo Rabbit che Taika Waititi presidente del mondo e una bella ronfata, ricca colazione e chiacchiere con il padrone di casa. Due coccole a un gattone bianco "Che non è mio, però viene da queste parti e allora gli do da mangiare qualcosa!" e lui purr, ronf, strush, miao, strush, e si va a Gressoney. Ché a Gressoney c'è roba bella da vedere (e da mangiare, il leit motiv della gita).

Il giro delle sorprese

Perché il castello di Sua Maestà la regina Margherita è bello, ma pure il resto del paese mica brutto, eh. Arriviamo in un quarto d'ora, vedrai che ci mettiamo poco tranqCos'è quel blocco stradale?

... Lavori in corso. Frana di qualche giorno prima e stavano lavorando, po'racci, come degli schiavi per rimettere a posto un ponte. Nel frattAmpo, strada principale chiusa e libero solo un viottolo dove la Golf entra con MOLTA prudenza, ma dopo soli tre quarti d'ora si arriva.
 
E Gressoney com'è? E' bella, è. Calmissima, anche perché tra lockdown e mezza stagione di gente ce n'è veramente pochettina, ci facciamo una bella passeggiata con sosta in un ristorante per un pranzo molto formaggioso, molto cipolloso e molto poco costoso, che belli pieni ci facciamo una passeggiata e c'è pure l'elisoccorso!
... Che sta decollando. Me' vabbe' non stiamo a rimuginare sulla tragedia in corso e andiamo, ma che bello 'sto posto porca mi se ria aiutatemi a dire che bello che è. E quello sullo sfondo, tutto innevato e bianco?

Ma è il monte Rosa, no?
Ah.
Ma è... Bianco.
No dai, sicuramente con l'angolazione giusta del sole si colora di rosa, come ci hanno detto a scuola, sicuro. Ah beh, se lo dici tu, d'altronde ce l'hanno detto alle elementari. Archiviato!
 
Altezza, siamo arrivati. Ma dai, pure il giardino botanico hanno...
 
E alla fine arriviamo al castello della regina, ma che bellezza è?! Bellissimo, stupendo, con tutto un giardino botanico intorno che ci sono anche i nomi e la provenienza delle piante, bisogna assolutamente visitar

chiuso per restauri.
Fino a domani.
 
Ma noi domani andiamo a Bard...
Aiuto la consorte a domare la frustrazione (dai, ci torniamo sicuramente prima di partire, in fondo ce ne sono tante di cose da fare ma lo troviamo il modo, su, promesso, se magari ti svegli a un orario accettabile NO IO NON L'HO DETTA QUESTA COSA GIURO), allunghiamo un po' il giretto,
 


torniamo all'auto che si sono fatte le 16, dai, così rientriamo! No?

NO.

Ve lo ricordate il ponte? Beh, i lavori sono in pausa. E fino alle 18 tutto chiuso, cicca cicca. Per scoprirlo abbiamo dovuto fare tre volte il giro da Gressoney a Gaby, dove appunto il ponte era puntellato per parecchie parti (questo bisticcio di "p" è brutto Mentore, dai). Ci adattiamo: sosta a Gaby fino alle 18, e ne approfittiamo per girellare e comprare cena, ché lo stomaco brontola ma mica possiamo andare sempre al ristorante.
(Dentro l'alimentari, mentre aspetto il mio turno. Cliente: "Questa me la metti in conto, tanto ci conosciamo, no?" Commessa: "Sì sì". All'uscita della cliente, commessa al suo capo: "... Chi era quella?")

Linguaggio!

Perché è ora di andare al Forte di Bard, che ha tutta una sua storia gigantesca ma se non fosse stato per Avengers: Age of Ultron col cavolo che c'era tutta quella gente. O no?
Eh mi sa di no. Perché nessuno si è accorto della felpa di Black Widow che indossavo spudoratamente quel giorno. Io, guardate, potrei denunciare la cosa al tribunale per i diritti internazionali, voglio dire, è uno scandalo. Ma siamo superiori, e andiamo.
Andiamo superiori assai, l'ingresso al forte è IN CIMA


e ci facciamo tutta la strada a piedi, perché grazie a Non Ge Nè Coviddì gli ascensori sono tutti chiusi. Ma la scarpinata è bella e foriera di paesaggi mozza e anche fiato. E quello sullo sfondo non è sempre il monte Rosa? Eh, però sembra bianco anche da qui. Boh, sarà per l'orario, vedrai che diventa rosa tipo al tramonto...
Boh? Eppure dicevano che è rosa...
 
Arrivati all'ingresso ci accolgono Essi Coloro, ossia le statue nientepopòdimeno che di Tony Stark con l'armatura Mark XLIII, Hulk e il nostro Capitan Ghiacciolo Steve Rogers. Foto di rito, incazzatura perché non c'è la nostra assassina prediletta ed entriamo.
Ma sarà poi vero che...?

E' vero, è vero: America's ass!!!

Ebbeh

SIGNOR STARK, LE MANINE A POSTO!!!

E lo sai che è strafigo 'sto posto. Musei e mostre dappertutto. Tutte interessantissime. Tutta la storia di Cavour, che a Bard abitò per parecchio tempo, e tutta la situazione militare tra l'Italia e i Paesi confinanti, che con noi sono sempre stati gentili: prima di invaderci e saccheggiarci salutavano sempre. E Bard diede talmente tanto fastidio a Napoleone III che il galantuomo la fece radere al suolo, che sportivo che era, eh.
 
E poi c'è tutta una mostra enorme sulle Alpi, sulla situazione dei ghiacciai (spoiler alert: non è PER NIENTE incoraggiante, no no), e questa bella illustrazione che dice che il monte Rosa si chiama così perché viene da "Roesca" che vuol dire "Ghiacciato" e non ASPETTA COME SAREBBE A DIRE
Mi hanno mentito per anni.
La mia intera vita è una bugia.
 
Maledette scuole elementari, sono queste le cose che trasformano un bravo ragazzo nel Joker, si sa da anni!!!

Con coraggio supero il trauma e completo la lunga e proficua visita. Bard, detto tra noi, è talmente frequentata che c'è un gigantesco servizio di navette, con circa (se non erro) SEI stazioni con relativi parcheggi, quasi tutti gratuiti. Una cicciafigata, se volete la mia opinione. Ma è pomeriggio e Bard ci ha dato quel che aveva, è ora di un altro giro: il castello di Issogne ci vuole parlare.

Prima di arrivare al castello sosta al bar, dove mentre ci servono un ottimo caffè mi guardo in giro e vedo questo signore anziano, con una barba bianca e lunga che Babbo Natale sei un insignificante moscerino, leggere il giornale, indifferente a tutto il mondo. In quel momento una vocina mi ha detto "Ci dovresti scrivere un racconto su questa figura, è un capolavoro". Vedremo, quando la psicosi indotta dal Monte Rosa sarà passata se ne riparlerà.

Issogne è un posto con una storia complicatissima di duchi, acquirenti con le idee strane, roba rubata, stanze rifatte e affreschi originali rimasti quasi intatti che vi consiglio di andare a vedere, perché è lunghissimo da spiegare e non ci ho capito niente. Ma è ora di andare via, in fondo si sta facendo una certa. E però è ancora presto, in fondo è sabato e sabato si vive, e andiamo a Pont St-Martin che oh come si vive

macchè.
 
No bellino, paese caruccio ma a parte il ponte (romano, eh, mi raccomando) non è che ci sia 'sta vita. E allora la consorte ha la Trovata: "Siccome la mia cara amica Exxxx Cxxxxx ha una cugina a Saint Vincent, e come sai non c'è cosa più divina che salutare la cugina, perché non andiamo là e visto che ci siamo ci sboffiamo qualche quintale di torcetti al burro & tegole, che tanto lo so che le vuoi anche tu?" Sì, le vuoi anche tu, e hai tutte le ragioni per farlo.
 
Intermezzo: Google maps decide che ha voglia di farci uno scherzo e ci manda in alto, in alto, più in alto, tu vai, tu vai tu vai: nessuno ti sfugge, non c'è bandito che si salvi da te (Scuate, è passato Peter Parker) e insomma ci porta IN APERTA CAMPAGNA in una stradina nemmeno asfaltata. Ah guglemaps, ma che combini. Comunque arriviamo, entriamo in pasticceria, compriamo. E poi.

Sono le 19.25. Usciamo dalla pasticceria e andiamo dove la cugina lavora: negozio di parrucchiere. La consorte ha i capelli lunghi e un po' scompaginati. Mi rifiuto preventivamente di entrare e assisto alla scena: 

- consorte entra.
- cugina la vede, ne osserva i capelli LUNGHI, controlla l'ora con un battito dell'occhio e SBIANCA percettibilmente
- consorte, imbarazzatissima, approccia cugina che risponde "... ssssì?"
- consorte si spiega.
 
Trascuravo di citare che cugina è sicula.
Ecco, in quel momento nella mia fantasia è partita una scena da Untouchables con consorte che urla "DON VITO PORGE I SUOI SALUTI" e parte una sparatoria con gente che scappa al rallentatore mentre Pavarotti intona il finale "Ridi, Pagliaccio" da "Vesti la giubba".
Lo so, sono fatto in una certa maniera e non è una bella cosa.
 
Ma alla fine è andato tutto bene: sono partiti gli inviti ad andare a cena fuori e per carità no tranquilli era soltanto una cosa che ci ha chiesto l'amica e no no davvero ma sì magari se vi capita di passare per Pisa fateci sapere che ci farebbe piacere (NB: consorte non mente. MAI) e insomma facciamo 'sto lavoro pulito in giornata e arriviamo in pizzeria che ancora ridiamo come due imbecilli.

Che oh, pizzeria. Mamma com'è buona la pizza fatta là, con prosciutto fonduta e/o bleu d'Aosta che è 'sto formaggio che mi viene l'acquolina a pensarci, che dico, la bava proprio. (Dice: la foto? Seh, già mangiata)

Torniamo da Senvensàn belli gonfi e mezzi morti di sonno, tanto che sbagliamo pure strada, ma alla fine rientriamo nella bella casetta che per l'ultima volta ci attende. Zitti zitti quatti quatti che è ora di (ri)guardarsi Endgame. C'è voluto UN ANNO per avere il coraggio di togliere il cellophane dal dvd e rivederlo, dopo il cinema; che ci volete fare, siamo sentimentali. E ora a nanna.

Di ponti, capoluoghi, smarrimenti e POS

Domenica è sempre domenica, ed è ora di tornare indietro. Ma non subito. Andiamo a farci una capatina al capoluogo.
Aosta ci accoglie con un bel solicchio caldo e un bel vento freschino, gente un po' dappertutto, negozi aperti e una fumetteria talmente carica di roba che uno ci accenderebbe un mutuo, peccato che io sia senza contanti e il venditore non abbia il POS. Che se gli accidenti che ho mollato quel giorno andavano a segno, il gestore era bell'e sepolto sotto le macerie, mannaggia.

Comunque è là che abbiamo capito le origini del nome "Valle d'Aosta", che è un po' come passare da "Roesca" a "Rosa" e rovinare un'infanzia spensierata (seh come no): Aosta è l'evoluzione di "Augusto", proprio lui, il nostro imperatore non preferito. E anche là qualche bella fotina c'è scappata. Aosta somiglia un po' a Lucca, senza il Comics, però.

Passeggiatina, pranzettino, bellina 'sta città, a parte la cosa del POS che ancora non mi va giù.
Ma è ora di tornare: malediciamo i gestori di negozi privi di POS e ripartiamo.

E un'ora dopo:
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOO"
"Che???!?!"
"HO DIMENTICATO TUTTI I REGALI AL BAR!"


Soluzione 1: rientra e fai almeno tre ore di percorso extra, sperando di trovare tutto.


Soluzione 2: fingiamo indifferenza e fischiettando torniamo indietro.

Soluzione 3: che, per caso ci ricordiamo dove abbiamo mangiato?


Riusciamo a beccare il telefono del bar, chiediamo "no che per caso vi è mica rimasto un paio di buste vicino a un tavolo, sa com'è. ci terremmo" e sì, gli è rimasto. Imploriamo che ce le spediscano, a carico nostro, oV courZ, loro cortesissimi acconsentono. Spossati ma contenti proseguiamo il viaggio, ché a Pisa ci attendono...

... E pure stavolta ce la siamo cavata...

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